giovedì 19 dicembre 2013

Babyprostitute e deliri limitrofi



Il mestiere cosiddetto 'più antico del mondo'
(ma anche il cacciatore in fondo può esserlo)
Però anticamente, vittime o no, non se la
tiravano da impegnate come oggi.

Questo articolo non è un'indagine sul fenomeno della prostituzione minorile in sé (che è complesso ed è già trattato da varie pubblicazioni tipo per tipo), ma un articolo su quello che si scatena in TV quando si affronta l'argomento.

Ogni volta che si parla in TV di baby-prostitute, si assiste ad una ridda di cose alquanto irrazionali: gli elementi del minestrone sociale sono:

- Uno scarso o labile inquadramento legale del problema:

Si parla di prostituzione minorile? Si dovrebbe parlare perciò di minorenni.
No: puntualmente parlano anche di 18enni, 19enni e gente che non rientra nella definizione.
Allora parliamo:
di prostituzione, di prostitute minorenni,o del fenomeno particolare nella nostra società?
Sono tre "titoli" diversi proprio.

- Stupori inutili:

Educatori colpiti ai precordi cadono dalle nuvole: DAVVERO i ragazzi di questo decennio, fra Youporn, mignottocrazia, culto del denaro, consumismo, nichilismo e martellamento estetico, e agevolati da una tecnologia facile facile, ebbene davvero PROPRIO LORO... possono prostituirsi in persona o in webcam per pochi soldi???
Con tutta la droga che circola, poi?
Ecco, quando vedo questo stupore, ricordo la radice latina della parola stupido:
chi si stupisce sempre delle cose ovvie, è stupido (stupor).

- Rabbie collaterali:

Mentre gli opinionisti maschi si destreggiano fra ipotesi e proposte più o meno sagge (in base al singolo: un esempio di garbo e sagacia è il buon Meluzzi, per dire) ecco che le donne colgono l'occasione per fomentarsi su due cose che stanno loro a cuore da sempre:
1) la difesa del Cucciolo, a priori;
2) la Jihad contro le prostitute che fregano i mariti.
Allora vediamo il discorso della trasmissione spostarsi da una proposta di riflessione sulla prostituzione minorile, ad una serie di arringhe forcaiole contro soggetti astratti:
... tipo improbabili "sfruttatori sessuali" di ragazze 18enni sudamericane, che magari possono saper contare i soldi meglio di me, di te e del direttore della BNL messi insieme, e volevano spennare il pollo;
... tipo il mediocre terzomondista che va a prostitute in paesi poveri;
... tipo in generale gli uomini che vanno a prostitute... (e ci avviciniamo gira gira al dunque);
... e finalmente al punto: quell'infame di SUO marito, che se n'è andato con una slava.
Oooooh, e allora.
Ditelo.

Ovviamente, scatta un invito al mea culpa maschile, in cui io per esempio non cado, perché non vado a prostitute e soprattutto non devo rendere conto a un manipolo di similamazzoni inferocite.

- Retorica del Dannato:

Puntualmente, si dimostra in queste trasmissioni che la babyprostituta è il soggetto complementare ideale dell'assistente sociale fanatico: come l'assistente sociale fanatico (uno stereotipo, una macchietta) è pro-emarginato, empatico per forza, dietrologo per forza, commosso, sollecito nel dire "Dai piangi, so che vuoi piangere, bla bla non è colpa tua bla bla hai sofferto da piccola avresti voglia di un abbraccio" - allo stesso modo lo stereotipo della giovane difficile è offerto sempre come quanto di più melenso ed irritante esista:

'la classica ragazza difficile, ferita, che dietro un involucro da cinica prezzolata nasconde in realtà una bambina che giuoca con le bambole e sogna l'amore. Attenzione, ragazzi! Lei è complessa, ci sta sfidando a capirla! E allora un giorno arriva l'assistente sociale a toglierle il rossetto col pollice e dirle "PIANGI!" perché si usa così: un giorno lei scoppia a piangere e realizza che deve volersi bene.'

Cose ridicole, dico io.
Allora:
vi do io una mia interpretazione bella cruda.

La prostituzione oggi non è dissimile da quella di sempre.

Minore o maggiore età, è in realtà un'altra questione, cioè proprio la questione della maggiore età, anche in altri contesti, che cambia di cultura in cultura e che meriterebbe un trattamento a parte.
E' noto che il concetto di maggiore età sia uno di quei parametri relativi, ma orientativamente accettabile per motivi di buonsenso: cioè, del fatto che "grosso modo" viene considerata una certa età come sufficiente per certe responsabilità.

Torniamo a parlare della prostituzione:

Dicevo, oggi le ragazze si prostituiscono più o meno per gli stessi motivi che in altre epoche, dei più vari, nessuno troppo salubre, solo che oggi ci sono IN PIU' quattro elementi fortemente facilitanti:

1) La facilitazione tecnica;
2) Esempi eloquenti, sia nei media sia in famgilia;
3) Una atmosfera culturale un po' nichilista, che accarezza le loro velleità decadenti;
4) Una scarsissima presenza paterna, ai minimi storici.

Tradotto: queste ragazze di oggi si trovano:

1) Mezzi per fare tutto con relativa privacy: non devono battere sul marciapiede. Si sa che quando una cosa non viene saputa da tutti, il senso di colpa diventa una faccenda privata e sfugge alla parte più ambientale del Super-Io.

2) Immagini di VIP che o cominciano da quasi-prostitute, o rivelano a posteriori di essersi prostituite in passato (va di moda). E' un po' come la rockstar alcolizzata e drogata che seda la coscienza del tossicomane della plebe.
E non dimentichiamo gli esempi familiari: sebbene io non riconosca un ruolo di primissimo piano diretto all'esempio familiare, è facile notare che una mamma matura che rimorchia giovanotti in discoteca diciamo che 'non aiuta'.
Ecco, diciamo così.
Poi, io sono molto innatista, per cui reputo che, vuoi facendo leva sulla famiglia moralista, vuoi sulla mamma zoccola, alla fine se una vuole prostituirsi una scusa per piangersi addosso la trova.

3) Spunti di pessime riflessioni intellettuali, come il nichilismo insito in alcune sottoculture (vedi l'hip hop o altre forme di apologia della sfiga), o quello peggiore insito in quelle innumerevoli, stronzissime storie di ragazze che devono "perdersi e ritrovarsi", di cortigiane dalla vita interessante, di decadentismi vari che poi obiettivamente non c'entrano quasi niente coi fatti di una ragazzetta che si vende a gente a cui non frega niente di lei e delle sue fisime di "soggetto difficile", di "etèra incompresa" o altre puttanate (letteralmente) simili.
Costei, giocando a fare la cinica a 20 anni, finirà a 30 a scrivere qualche libro stucchevole del tipo

'Ho commesso tanti errori ma poi ho trovato il principe azzurro'.

E lì capisci quando una nemmeno sa peccare fino in fondo.
Lo diceva Lutero: "Pecca fortiter", pecca fortemente, pecca "bene"!
Dovrebbero metterla come materia a scuola: IGIENE DEL PECCATO.

Voglio dire: mi fai la cinica cortigiana che ricatta gli adulti con la sua sessualità eversiva, e poi frigni.
Non ci siamo.
Allora gioca veramente con le bambole, che tanto alla fine sempre la favoletta, giustamente, volete.

4) Scarsa presenza paterna.
Oh, ecco, qui veniamo ad un tema notevole oggi, ma un po' trascurato: il Padre non lo intendo come il banale garante della morale di bassa lega; non è uno sbirro che ti sbarra il frutto della Conoscenza del Bene e del Male per ottusità. E' molto di più.
E' innanzi tutto l'immagine del Maschile e il garante del rapporto col Maschile.
Il padre che prende a pizze il ragazzetto che ha danneggiato la figlia non è solo un brutale giustiziere, ma è l'Uomo che la ragazza riesce così a vedere come esempio di un Maschile buono, vicino a lei, mantenendo l'associazione "maschio-amore", "maschio-avere le palle", "maschio-lo dico a papà e mi fido che farà qualcosa", che l'accompagnerà tutta la vita.

Come vedo salubri le donne che dicono con orgoglio che il padre, o fratello, o cugino, anche gli amici poniamo, la difendono e la amano: queste donne sono FELICI!
Le vedi proprio felici!
(Ovvio: se è una gattamorta che gode a far litigare i parenti con quelli che si porta a letto, inutile dire che è pessima. Ma parliamo di donne in buona fede.)

Il Padre, con la sua forza verticale e inequivocabile è il primissimo garante dell'Energia, contro la disgregazione, l'entropia e la perdizione (in senso lato, nel senso di dispersione psichica).

La donna per mantenere una certa salute mentale, e idee chiare, non deve avere l'idea di un padre distante, vago, spesso denigrato dalla madre e dalla società (il classico padre di famiglia fantozziano), contrapposto ad una versione spuria del maschile come l'amico teppista.
No: lei deve capire che l'Uomo vero esiste.
Non le daremo la facile scusa "Mi prostituisco perché non trovo uomini veri ma solo cinismo", no carina:
gli uomini veri esistono, e allora o li cerchi meglio, o ti prendi la responsabilità del tuo prostituirti, senza rinfacciarlo a noi.
Io una mia figlia (futura, che non ho al momento attuale) ebbene sì, la crescerò da padre all'antica:
non perché lei non debba sperimentare il Mondo, ci mancherebbe: ma perché il mio ruolo con lei è quello.
Non sono qui per essere tutti.
Sono qui per essere quello che sono.

Per cui, amici: quando ascoltate qualche delirio strappalacrime sulla prostituzione, sul sesso facile, sugli innumerevoli "allarmi giovani", o quando sentite il Lucignolo di turno che blatera scempiaggini, iniziate (o tornate) a cercare, come sempre le Grandi Forze Cosmiche, e fate un gesto di sufficienza ai salotti dello STUPOR.

Forza e Onore amici!

Antares Y



 

sabato 14 dicembre 2013

Non voglio che tu sia evoluto, voglio che tu sia epico.


Ecco, forse loro sono esseri evoluti
che hanno abbandonato l'Ego, sono molto
ricettivi (hanno anche l'antennina in testa)
 e vivonotutti in armonia.
Infatti si vede il risultato.

Nelle mie conferenze, nei miei scritti e nei miei video non sentite mai pronunciare una parola che invece abbonda, ubiquitaria, in gran parte del mondo della cosiddetta spiritualità:
EVOLUZIONE

C’è un motivo preciso per cui non la uso quasi mai.
E’ che non mi frega niente di farti “evolvere”.
Tutto qui.

Basta fare un giretto anche turisticamente, per gli ambienti spiritualisti, per riscontrare la continua rottura di coglioni dell’Evolviti.

… sapientoni che parlano di non-mentale e non-giudizio, ma ovviamente ti esortano a sorvegliare e rettificare ogni tuo pensiero… però senza giudicarti eh! (a volte anche con esercizi che avrebbero fatto allargare le braccia ai santi cristiani);

… curiosi guru sessuali che “noi non colpevolizziamo il corpo!” – ma ti dicono che sperimentare il sesso serve a superarlo (ah: quindi prima fingi di non essere moralista, poi però il moralismo ti rientra dalla finestra. Capito.);

… presunti ‘guerrieri spirituali’ che hanno un tale orrore della forza e della violenza da sindacare pure la tua scarpa che schiaccia due formiche per sbaglio;

… simpatici neofarisei che, dopo aver parlato male del moralismo del Cristianesimo, ti esortano gentilmente a fare le cose solo in certi modi, solo con una certa dieta, solo con certe persone, e solo in certi orari (“Wow. Ok, meglio il Papa. Davvero.”);

… seminari sulla gestione della rabbia dove soggetti frustrati si allenano ad urlare astrattamente per mezz’ora (“ma mandare semplicemente affanculo qualcuno no?”);

… evolutissimi fratelli animici che ti salutano dicendo Namastè, salvo incazzarsi come bisce se non gli dai sempre ragione;

… improbabili manager/strappone-tantriche/PNL impegnate per l’evoluzione dell’umanità;

… network di luce consapevole impegnati per l’evoluzione dell’umanità (Giuro, esistono. Network di Luce Consapevole. Tu hai capito che cosa siano? Io no.) ;

… saccenti nonviolenti che di fronte ad una tua attitudine troppo plebea per loro ti danno del “poco evoluto” (“Ok amico, sarò poco evoluto, ora fammi vedere come cammini sulle acque, dai.”).

... dischi rotti che quando li contraddici ti dicono che non sei tu a parlare, ma l'Ego.
(il calcio in culo anche: non sono stato io! E' stato l'Ego!)

E così via.

Ora: nove volte su dieci, questi guru ‘evolutivi’ sono soggetti banalmente un po’ isterici, esperti in varie forme di misantropia punitiva, ma col jolly dell’evoluzione che costringe lo sprovveduto a sorbirsi spaventosi sciroppi karmici fra corsi e predicozzi vari.

Bene.
Comunque sia, con me questa roba non dovete sorbirvela.
Non mi interessa la tua evoluzione o illuminazione.
Non ho detto che non mi interessa migliorarti, o migliorare (lo faccio insieme a voi eh, beninteso):
ho solo detto che non è una fantomatica ‘evoluzione’ l’obiettivo del Metramodis.
Voglio dire: certo, se vivi acciambellato sul divano, vittima di una dieta-monnezza e ipnotizzato dalla tv, ok, “evolverti” nel senso di essere più di questo (o capire di esserlo) è giusto.
Ma non è un andare verso la purezza: è semplicemente essere te a un livello più forte, maggiore.
Questo sì, ovvio.

In fondo, un po’ di Teologia:
“una lacrima”, come il latte nel caffè macchiato:

l’idea stessa di evoluzione è relativa.
Se anche in Paradiso qualcuno aveva trovato il modo di rompersi le palle, e se il Tempo è ciclico come dicono i miti, e se Dei e Uomini sono impegnati in un Grande Gioco, ma che senso ha mirare soltanto ad una vaga ‘evoluzione’?
Evoluzione da cosa, e verso cosa?
Se il raffinato è l’evoluzione del rude, anche il rude è l’evoluzione del raffinato.
E anche ammesso che tu sia evoluto (poniamo): manca quell’Embè Cosmico che ti fa dire:
“E bravo. Sei evoluto. E che ci fai?”

E’ un po’ come il discorso su Immanenza e Trascendenza.
Se pure superi il Mondo e accedi al Nirvana, vuoi per eterno ritorno, o vuoi perché hai superato tutte le dualità (inclusa quella fra Mondo e Nirvana), come la metti la metti nel Mondo devi stare.
E’ come un’equazione matematica in cui il risultato, vuoi o non vuoi, è sempre la Vita.
La Vita com’è.
Il Paradiso, come dice il mio amico e maestro Igor, è il Centro.
Non l’Alto di per sé.

Sapete, quando si dice “Dio ha tanto amato il Mondo da farsi Uomo”?
Mica per salvarci!
Proprio perché ama il Mondo, e si fa uomo IN NOI.
Lo dico proprio le Scritture: Dio creò il Mondo perché non può fare a meno del Mondo!

Chiusa parentesi teologica, parliamo di Metramodis ora:

Dunque, siccome come stavo dicendo non mi interessa evolverti, ti farò fare qualcosa di più importante che evolverti: fare Arte.
Fare Anima, direbbe Hillman.
Ti metterò in mano una spada, e quant’è vero Dio dovrai ricordare la tua Leggenda Personale.

Non pretendo che tu evolva.
Ma se proprio devi evolverti,
evolviti tipo così.
Solo per essere di più.Cioè per essere meglio quello che sei.
Per essere più bello/a, se preferisci.

Non vi insegnerò MAI niente che non abbia un senso concreto.
Se parliamo di Guerriero Spirituale, non ti dirò mai che sto insegnandoti la pace o altri retro-moralismi:
voglio davvero che tu sia un guerriero.
Insieme a me.
Se parleremo di energie sessuali (nel Metramodis si dà enorme credito ai valori di genere e all’energia sessuale), non vi dirò che dovete unirvi al Tutto, o unire corpo e anima (se ce li hai separati sei morto, coglione!), o trascendere il sesso:
no no, ti dico proprio che farai l'amore da Dio (o da Dea)!
Perché.
Come perché!?
Per amare!
E’ bello! Tutta la Natura fa l’amore!
E tu pure!

Forza & Onore!
Antares

martedì 19 novembre 2013

Lettera al Dipartimento delle Pari Opportunità

Oggi ho scritto questa lettera al Dip. delle Pari Opportunità, in risposta all'ennesima campagna misandrica pervenuta alla mia attenzione.

E' bella lunga, e dice cose che i miei lettori abbondantemente già sanno e... risanno!
Ma giustamente, dovevo scrivere tutto in un colpo!

Forza e Onore!

"Salve,

mi chiamo Daniele Solazzi, sono uno psicologo, un marzialista e un Uomo profondamente impegnato nella questione dei rapporti Uomo-Donna.
Scrivo perché penso che gli uomini non siano quelli che le campagne demagogiche femministe descrivono.
Non siamo quelli da cui continuamente molte pubblicità mettono in guardia.
E non perché siamo "diversi dai soliti maschi", bensì proprio perché siamo maschi.
Più maschi, anzi.
Un uomo per essere grande deve distinguersi FRA i maschi, non DAi maschi.
La società cosiddetta civile e moderna, da qualche tempo ha la perniciosa abitudine di dipingere una società composta di:

- superdonne eroine dolcemente complicate, che sbagliano solo per troppo amore;
- mariti insulsi, retrogradi, maneschi o difettosi, perfino segnati da complessi di latenza gay;
- una casta di uomini 'evoluti', decisamente effeminati, indicati come direzione dell'uomo nuovo.

Contemporaneamente, una scienza darwinista fa di tutto per dare spiegazioni riduzioniste ai comportamenti umani.
Che bel quadretto.

Inutile dire che in questo modo, la demagogia femminista gioca un tantino troppo facile.
Non tiene conto di un po' troppe cose.
Vorrebbero livellare l'intera gamma degli istinti umani, ed eliminare il Maschile, solo per distruggere qualche mela marcia (una sorta di chemioterapia di genere), e non tengono conto del fatto che quelle mele marce non sono rappresentative dell'Uomo.

Ad esempio io (ci metto la faccia, io personalmente), fautore del Maschio Selvatico, del Guerriero, del Padre, dei valori della Cavalleria, uomo tradizionalista e che non esita a definirsi maschilista (nel senso positivo che intendo io), sono profondamente protettivo e amante verso la Donna.
Mentre mi sembra palese che sono proprio le leggi soft, empatiche, pacifiste e garantiste a scarcerare maniaci, assassini, stupratori e quant'altro le larghe maglie di leggi "yin" lascino passare.

Non si è mai sentito un cavaliere, un re, un samurai, un vero maschio d'onore, stuprare o picchiare una donna indifesa.
Non abbiamo bisogno di coltivare un fantomatico lato femminile in noi, per essere migliori: ci basta essere uomini veri, che certe cose le fanno ed altre no.
Sapete cosa disse Rob Roy, eroe scozzese vero padre e vero guerriero?

"L'onore è qualcosa che nessuno può darvi e nessuno può togliervi.
Le donne sono il cuore dell'onore: rispettandole, noi lo teniamo in vita."
- e non era un femminista.

Non abbiamo bisogno di fare mea culpa in quanto uomini, dato che a picchiare e stuprare in gruppo le donne sono proprio uomini insulsi, vigliacchi, antivirili e senza onore, lasciati agire proprio dagli stessi valori malsani di chi con una mano scrive elogi alle qualità femminili, e con l'altra apre la serratura delle carceri.
Che dire dei 'progressisti' Radicali, che sono andati a trovare gli stupratori in galera perché picchiati dai carabinieri "fascisti"?
Chi è dalla parte delle vittime secondo voi? Il "fascista" che umanamente ha un moto di indignazione verso certe cose, o i Radicali che vanno a trovare lo stupratore in carcere?
Si facessero loro, i modernisti, i retorici delle canne e della fuffa ginoide un esame di coscienza.

Per quale motivo non impongono un mea culpa a tutte le madri, quando una madre massacra il figlio?
Perché invece dovrei sentirmi io in colpa, portatore del "germe maschile della violenza", quando un pazzo o un infame con seri problemi sul piano maschile massacra la fidanzata?
Criticano l'uomo italiano come se l'Italia fosse lo Yemen, e intanto non fanno che rammollire l'uomo europeo a vantaggio proprio di altre culture!
Perseguitano i padri separati, ladri di polli, mentre lasciaro uscire di questura assassini veri.
Esortano alla dignità della donna mentre in realtà lasciano le ragazze a drogarsi in discoteca, in compagnia di uomini d'infima lega.
Si sono viste nella Storia e nella Letteratura molte donne prendersi gioco di uomini ingenuamente tronfii (vedi Giuditta ed Oloferne); ma quando il geloso è patologico e le forze dell'ordine non lo arrestano, di chi è la colpa?
Si sono viste ragazzine bugerare un padre bonariamente patriarcale, ma ne ho viste molte perdersi e sprecarsi perché prive del Padre.
Non ho visto nessun femminista o maschiopentito difendere donne vittima di uomini crudeli; in compenso ho visto molti miei amici marzialisti difendere donne insieme a me.
Le ragazze di oggi secondo voi soffrono perché c'è troppo maschile in giro, o proprio perché ce ne è troppo poco?
A giudicare da come sia ai minimi storici la figura paterna, direi la seconda ipotesi!

Io ho sempre protetto le mie donne.
Io, il "maschilista".
Non ho mai mancato di rispetto alla mia fidanzata, alle mie cugine, a mia madre, alle mie amiche e parenti:
io tradizionalista, di Notte aspetto sempre che chiudano la porta dell'ascensore, prima di ripartire con la macchina davanti al portone;
io tradizionalista vado a prenderle ovunque mi chiamino;
io tradizionalista riempio di attenzioni la donna che amo.

So cosa stanno per dirmi: che sono piccole azioni operative, e non grandi operazioni culturali.
Non è vero.
Sono IMMENSE operazioni anche culturali.
Io rifiuto categoricamente la visione basso-politica, sociale, piccolo-sociologica del rapporto fra i sessi.
Io credo al Tao, alla Poesia, alla Spada e al Calice, al Tango, alla Natura, ad Animus ed Anima, e a Shiva che fa l'amore con Shakti,ad Ares ed Afrodite.
Non siamo simili a formiche numerate, impegnate solo ad essere diligenti cittadini asessuati.
Siamo individui, e chi vuole essere, o sente di essere, un individuo di potente e nobile Energia, fa bene a seguire la tradizione.
Chi non vuole esserlo, e chi sente di avere un'energia "mediana", liberissimo: la libertà è sacra.
Ma le cose vanno chiamate col loro nome, e non sbiadite.
Le leggi cosmiche non sono affatto impositive: sono associative: Yin è Yin, Yang è Yang. Puoi averli combinati diversamente dentro di te, ma è una combinazione di cose precise.

Dove le cose non vengono chiamate col loro nome, dove si obietta che il Cielo sia blu e che l'erba sia verde, accade come in quegli aberranti esperimenti sociali in atto nel Nordeuropa, dove ai bambini viene insegnato ad essere asessuati.
Da noi MAI.
Da noi, non avrete mai valori deboli, parole vili, una parità fatta di grigiore e di livellamento ormonale:
da noi avrete sempre cose come:

"Onora gli Dei
Ama tua moglie
Difendi la tua Terra"

E io vedo Bellezza in questo.
Queste, ve lo garantisco, sono cose che fanno sorridere le donne.

Saluti

Dott. Daniele Solazzi"

mercoledì 13 novembre 2013

"Sto bendetto Satanismo"

Scrivo questo articolo sul cosiddetto Satanismo, soprattutto per buttar giù due righe una volta per tutte a riguardo.
Ogni esperto di esoterismo ogni tanto riceve domande riguardo all’argomento, e puntualmente accade la scenetta:

“Che sai del satanismo? Sto uscendo con uno che adora tipo Satana…”
“Be’, il discorso è lungo… ma cosa intende per Satanismo? Esistono vari modi di…”
“E’ uno tutto strano.”
“Che significa ‘tipo’ Satana?”
(2 giorni dopo, per sms) “Ah no scusa, non è satanista, aveva detto ESOTERISTA.”

Ok.
Poi altre frasi curiose, che riportiamo (esperienza diretta mia anche questa):

- “Conosco tre amici miei che adorano Satana ma sono bravissime persone”
(Ah, bene. Giocate insieme, basta che poi mettete a posto le ostie e il sangue di capra.)
- “Io simpatizzo per Satana ma sostanzialmente a modo mio, credo in Dio ma non nella Chiesa.”
(wow, un vero anticonformista. Ignorante, banale e confuso, ma anticonformista)
- “Il mio ragazzo adora il Diavolo.”
(Dicci cosa fa esattamente. Adora il Diavolo nel senso che ha letto Nietzsche e Milton insieme ed ha fatto un cocktail letterario e si sente un profeta tenebroso, oppure ti ha costretta ad accoppiarti con un ovino mentre lui guardava tutto con un cappuccio da boia? Sono due cose MOLTO diverse)
- “Credo in Satana perché rifiuto la morale religiosa.”
(Ah ottimo. Allora sei proprio cristiano. Gesù era in effetti un tipo scomodo e ribelle, detestato dalle autorità religiose dell’epoca, mentre di Satana c’è pochissima traccia nella Bibbia. Quindi hai sbagliato definizione, sei tecnicamente Cristiano)

Perciò, rimbocchiamoci le maniche, infiliamoci bene la camicia nella cintura e parliamo di questo benedetto Satanismo (ossimoro che noto comico solo dopo averlo scritto).

Ora qui non mi interessa rassegnare la storia del Satanismo o i vari nomi ufficiali di tale credo (ci sono molti libri su questo, che spiegano la sua storia e le differenze fra luciferisti, satanisti razionalisti ecc); ma piuttosto m'interessa chiarire un punto fondamentale:

il problema non è stabilire se il Satanismo sia giusto o sbagliato, ma constatare una certa confusione a riguardo, nell’opinione pubblica e nei satanisti stessi.

Almeno per la maggior parte.

A livello di opinione pubblica, la gente pensa subito alle Messe Nere, a torbidi rituali mangiabambini o sgozzavergini, e alle sette sataniche: per fortuna, e per buona pace di vergini e capre, le cose non stanno del tutto così: esiste tutta una gamma di satanismi, a volte anche molto diversi fra loro.
Quelli delle messe nere e degli scannamenti vari sono in effetti una parte criminale dei satanisti, non sempre nemmeno veri filosofi e spesso gente in cui il pretesto satanico è una sorta di confezione oscura per la pazzia.
Parleremo in seguito dei matti e dei criminali, ora vediamo semplicemente i tipi di Satanismo.

Si possono infatti dire cose pessime in nome di religioni positive, così come si può dire qualcosa di giusto adorando chissà come il Diavolo.

Ma vediamo perciò alcuni spunti dai vari satanismi, e parliamo di ipotetici satanisti “innocenti”, ossia gente che, senza macchiarsi di crimini semplicemente vuole adorare “Satana”.

Noteremo insieme che la grande pecca del satanista odierno non è tanto l’adorare Satana in sé, ma il dire cose che, quando sono giuste, sono in realtà già incluse in altre correnti più valide delle religioni o delle filosofie tradizionali.
Ad esempio:

- Satanisti che credono in Satana come Principe del Mondo:

Sono quelli che dicono “io rifiuto un Dio trascendente e dogmatico, e abbraccio la religione della vita, del piacere, dell’etica puramente umana e della dignità animale. E valorizzo la mia vita terrena, ottenendo beni concreti.”
Bene. Stanno adorando di fatto un Dio epicureo, immanentista, edonista, con una sfumatura di buon selvaggio, non tanto “Satana”. Che bisogno c’è di chiamarlo Satana?
Somiglia un po’, se vogliamo, all’idea che avevano i satanisti islamici, i poco noti Yezidi, una setta mediorientale che credeva in un Dio puramente trascendente ed in un Signore del Mondo immanente, appunto da essi associato alla rivalutazione positiva/neutra del Diavolo.
E gli Yezidi, se vogliamo, riprendevano quelle definizioni neotestamentarie cristiane, che parlano del Diavolo come Principe del Mondo (lo dicono sia Gesù, sia San Paolo), o se preferite, in Greco, Arconte.
In alcuni rituali di Magia, come riporta anche Paulo Coelho in Il Cammino di Santiago, evocare uno spirito guida diabolico sta semplicemente per evocare uno spirito astuto e mercante, esperto delle cose mondane, per avere aiuti contingenti. Un po’ come facevano i Romani col Dio Mercurio, patrono di ladri e commercianti, o i Greci con Hermes, spia per conto di Zeus negli affari sporchi e delicati.
Ma appunto, questa è l’Immanenza, non il Diavolo.
E peraltro, nelle sue forme dialettiche e avvocatesche, il Diavolo sembra più una figura logica e verbosa, che non un Dio sensuale e istintivo alla Dioniso o Fauno.
Come dice a Dante: "Non ti aspettavi che io fossi loico!".
Insomma, questo edonismo immanentista puoi chiamarlo Diavolo come potresti chiamarlo Bubu, o Paperino o Topolino.

- Satanisti da Liceo:

A proposito di Topolino…. C’è ovviamente la folla di quei satanisti alla moda che adorano Satana (o altra divinità, meglio se pittoresca) perché “dai buddhisti c’era fila” (Elio docet) e hanno semplicemente un diario da riempire di scritte.
Inutile dire che in adolescenza si adorano molte figure: Satana, Che Guevara, il cantante del momento o il personaggio di un videogioco. Insomma, se questo non li porta in qualche setta insana o in qualche turba psichica, direi che questi nemmeno possiamo chiamarli satanisti, e liquidarli con un bonario cenno della mano a mo’ di
“E vabbè so’ regazzi….”.

- Satanisti che adorano un Satana letterario o artistico:

Dato il carisma della figura ‘figa’ del Diavolo, e data anche la sua estrema versatilità (sia interpretativa, sia iconografica), si può vedere in Satana un eroe più o meno positivo, vuoi titanista e “tradito dal disegno divino” (Milton), vuoi illuminista (Carducci), vuoi romantica (i molti classici demoniaci, da Dracula ai vari diavoli innamorati, umanizzati o con una coloritura eroica).
Anche nel Metal, in campo musicale, il culto del Diavolo è molto relativo e da prendere con beneficio d’inventario, e vale quanto più o meno la dicitura Diablo sulla Lamborghini omonima, o lo stemmino Mephisto sugli indumenti.
Ma questi non sono adoratori del Diavolo in senso stretto: è un vezzo artistico.
L’eroe Daredevil, locuzione che sta per “scavezzacollo”, si fa chiamare Devil e indossa un costume rosso da diavolo – e mica è satanista.
Senza contare chi intende il Diavolo in senso commediografico, alla Benigni (il Piccolo Diavolo), alla Salemme (il Diavolo Custode), alla Machiavelli (Belfagor Arcidiavolo): lì si parla proprio di un personaggio farsesco, e non di Satana-Satana.
Addirittura, il sopracitato Milton era un puritano, quindi la sua empatia verso Satana era simbolica più che altro. E, a proposito di empatia, ricordiamo Simpathy for the Devil dei Rolling Stones.

- Satanisti che contrappongono il Diavolo alla morale cristiana:

Questi commettono un doppio errore: da un lato, essi raccolgono in un ‘pacchetto moralismo’ Dio, la morale ebraica, la morale cristiana e la morale cattolica. E dall’altra, sopravvalutano Satana come eversore morale, cosa che nella Bibbia non è tanto evidente.
Infatti:

1) A ben studiare la Bibbia, ci sono due forme divine che entrano in scena: Elohim e Yahweh, uno trascendente e uno legislatore. Il Dio sempre oltre e il Dio Geloso. Poi ci sono due ordini di morale: quella mosaica, coi precetti del Sinai e del Deuteronomio, con tutte le regole e regolette (che si possono interpretare più o meno esotericamente) e la morale cristiana, che supera i rituali ed è una morale del cuore. Addirittura, i 10 Comandamenti, letti in chiave esoterica, parlano proprio di libertà e di creatività, e non di moralismo, ma solo di Leggi Cosmiche, come sono leggi cosmiche il Tao o il Karma. Dulcis in fundo, c’è la differenza fra Cristianesimo delle origini e Cattolicesimo. Insomma: quale Dio? Quale morale? Quale Chiesa?
Nemmeno della croce rovesciata ci si può fidare!
-Dato che è uno dei maggior simboli della devozione a S. Pietro, che morì su una croce capovolta.

2) Il Diavolo, purtroppo per loro, compare molto poco nella Bibbia. E quando compare è discutibile stabilire chi sia. Il Serpente dell’Eden è Diavolo in un certo senso; Satana viene a volte presentato come uno degli spiriti alla corte divina, spesso scommettitore con Dio (vedi Giobbe o altri casi famosi); dei demoni anche non c’è una precisa genealogia che li riconduca per forza a Satana com’è inteso oggi.
Perfino quando si parla di Lucifero, ad esempio in San Paolo, il termine sembra palesemente ereditato dalla tradizione di chiamare così il pianeta Venere. Addirittura, quando nell’Antico Testamento si parla della caduta di Lucifero “figlio dell’Aurora” (Isaia, XIV, 12-15) si sta parlando della caduta di un re babilonese, e non di Satana.
Cristo stesso dice nell'Apocalisse (XXII, 16) “Io sono Lucifero”.
Gli antichi chiamavano Lucifero (latino) o Phosphoros (greco) Venere, che a parte Sole e Luna, è il secondo oggetto celeste più brillante dopo Giove, quindi un vice-Giove che si vede soltanto all’alba e al tramonto (essendo un pianeta con orbita più piccola di quella terrestre). Quindi era il nome per un astro appena sotto Giove, il cui splendore era limitato o “subordinato” a questi. Fortuna Major-Giove, Fortuna Minor-Venere.
Di qui l’usanza di paragonare Lucifero-Venere a personaggi “numero 2” per qualche ragione.
Insomma, è farraginoso andare a ravvisare la figura del Diavolo come la intendiamo oggi nella Bibbia. C’è più documentazione invece in leggende persiane (Ahriman) o arabe (Iblis, Angelo ribelle per non aver voluto adorare l’Uomo; diverso dai jinn che sono demoni-genii del Fuoco).
Per cui, dopo aver domandato “Quale morale?” dovremmo ben dire: “Quale Diavolo??”.

Come scrisse il mio maestro Igor Sibaldi, dire di essere Satanista è come dire di riconoscere solo un capitolo di Guerra e Pace: o hai validi motivi per adorare solo quel capitolo, oppure non ha senso.

- Satanisti che credono in divinità della Natura precristiane:

Di nuovo: se sei già pagano e adori Kerunnos, il Dio Cornuto dei Celti, o il greco Pan, perché scomodare il Diavolo? Sei pagano, fai il pagano. E oltretutto, ci sono leggende e figure sincretistiche fra Cristianesimo e Paganesimo, come San Cristoforo o Eisenhans, che avvicinano o identificano immagini di santità cristiana con l’Uomo Selvatico: onde per cui non solo questa idea del ‘Diavolo’ non è spiccatamente satanista, ma è addirittura per certi versi cristiano-sincretica.
Senza contare l'evidente analogia su molti aspetti di Dioniso e Cristo.
Potremmo dire efficacemente che il neo-satanista trova in tutto ciò PAN per i suoi denti!

- Satanisti che adorano qualcosa di simile al Diavolo nel contesto di un sincretismo:

è il caso degli adepti della Santeria, del Candomblé, del Voodoo e di culti che, al loro interno, presentano somiglianze almeno suggestive, o esteriori, formali, con l’idea di pratica satanica.
Ad esempio, nel Candomblé haitiano, fra i vari Orishà (divinità locali) c’è un certo Exu (Eshù) che per certi versi ricorda il Diavolo, per altri Hermes, o il Loki scandinavo, o il Trickster (briccone divino).
Però Exu non è davvero come il Diavolo cristiano: infatti il suo potere permea, secondo la loro teologia, alcuni fenomeni naturali, alcuni elementi, animali, azioni ecc, qualificandolo in un pantheon con una dignità cosmica maggiore di quella di Satana.
Però va detto che questi culti, come la Santeria, sono poco attendibili come teologie: magari hanno il loro fascino e perfino una loro bontà, ma consistono di per sé in culti importati dall’Africa, mescolati con culti locali del SudAmerica, e anche con una serie di superstizioni e associazioni ideali fra folklore e Cristianesimo. In questa profusione di Madonne, rosari, Orishà, Tabacco, Rum, bamboline chiodate e gallinacei variamente impiegati, è difficile tracciare linee teologiche vere e proprie.
Ribadisco: non ho nulla contro il Candomblé (l’ho anche studiato con interesse per un periodo), ma non è proficuo portarlo ad esempio teologico.
E quindi, anche il semi-satanista voodoo fa prima a dirsi voodoo che satanista.

- Satanisti che adorano Satana come principio di “perdizione che conduce alla liberazione”:

Sono quelli che chiamano Satanismo una via spirituale perigliosa e immanente/trascendente, in cui le stesse forze che conducono al Peccato o alla perdizione, possono se ‘cavalcate’ condurre alla Salvezza o all’Illuminazione.
Perfetto. E’ il Tantrismo, non serve chiamarlo Satanismo (o Bubu, come dicevamo).
Infatti nella famosa Via della Mano Sinistra è proprio così.
“Con la Passione ci si lega al Mondo, e con la Passione ci si libera” (Hevajra Tantra)
Trasformare il veleno in farmaco e compagnia bella. Appunto, è già il Tantrismo.
Tutta la serpentaggine dell’idea è stata già spiegata nella Kundalini, nel rapporto fra Shiva e Shakti, eccetera. Anche qui, nessuna novità ‘satanica’.

- Satanisti “alchemici”:

Sono quegli studiosi di occultismo che hanno un’idea del Diavolo correlata a particolari simbolismi alchimistici, tarologici o comunque ad un’iconografia simbolica di questa radice. Possono spiegarti la differenza fra Diaballein e Symballein (il Dia-volo divisione, il Sim-bolo collegamento). Possono girare per la strada con un anello d’argento a forma di Bafometto, e se chiedi loro perché hanno un demonio sulla mano, ti faranno un trattato di Alchimia e Cabala, e ti mostreranno anche il ciondolo Rosa+Croce o il Rebis androgino sull’altra mano.
Semplicemente, si tratta di studiosi ispirati a Wirth, a Jodorowsky o a maestri simili, che 9 volte su 10 col satanismo comunemente inteso non hanno niente a che fare.

- Satanisti settari:

Ecco, nel caso delle sette sataniche, bisogna prestare attenzione alla gravità praticamente ex aequo delle due parole: SETTA-satanica. Per l’esser setta, parte già male. Sono pericolose le sette di qualunque tipo, da quelle cristiane a quelle massoniche a quelle ispirate a Gurdjeff: il fatto che sia satanica vi aggiunge più che altro il rischio di pesanti equivoci filosofici e dottrinali alla base, se non una pretestuosa copertura occultistica per mere azioni criminali (nelle sette, tutte, il plagio è norma).
Io consiglio di evitare in generale le sette, e parliamo in breve dell’aspetto criminale:

- Satanisti “acidi” o criminali:

Per la legge è lo stesso se uccidi in nome di Dio, di Allah o di Satana o di Quirino: una volta che hai ucciso un tizio per immolarlo al Diavolo, in galera puoi tranquillamente rimanere delle tue idee circa la tua personale religione.
Legalmente parlando, non frega niente a nessuno di te come filosofo.
‘In cuor tuo’ puoi adorare chi vuoi, basta che non rompi le palle, per la legge: fa parte del concetto di Stato laico.
In effetti, si può uccidere per svariati Credo; unica differenza è che, ovvio, il culto di Satana presta intuitivamente il fianco al fanatismo o alla pazzia di un matto, che può trovarvi pretesti o incentivi per le sue tendenze dovute già a pazzia, droga o altri disturbi.
Per quanto si possa uccidere in nome di Gesù, queste cose andavano di moda qualche secolo fa, e oggi uno psicopatico in vena di sgozzamenti difficilmente troverà comprensione in un gruppo di ciellini o di evangelici pentecostali. Invece potrà trovare una leccornia di idee nel Satanismo estremo.
Quindi in questo caso non è di aiuto tirare in ballo la teorica validità filosofica dell’Alto Satanismo, perché il soggetto avrà agito o con un semplice pretesto religioso (su una base di pazzia sua) o addirittura, per chi ci crede, invasato da forze che era meglio non andare a disturbare.
E qui veniamo all’argomento:

Oltre all’equivoco filosofico, c’è un altro pericolo annesso alla pratica cosiddetta satanista:

vuoi per l’inevitabile “rivolgersi in basso” del Satanismo (come che sia), vuoi per il quasi immancabile corollario di nozioni spiritiche, pratiche magiche varie e apertura alle forme a-morali, estatiche e promiscue di ritualità, è molto facile che il satanista vada a svegliare materiale psichico di antipatica gestione.

NOTA: Quando parlo di a-morale mi riferisco qui alle tendenze nichilistiche e caotiche di alcune dottrine, e non alla sovra-morale dei livelli superiori delle religioni.

E’ noto che la differenza fra Magia Bianca e Magia Nera (ma anche Rossa) o fra Teurgia e Magia Goetica, sta non tanto nelle leggi di base quanto nell’affidarsi a circuiti e carburanti (per usare una metafora motoristica) più o meno salubri.
La metafora da meccanico è utile: non esiste una Meccanica Bianca e Nera: la Meccanica in generale spiega come funziona una macchina, poi a seconda della buona coscienza del meccanico, si può mettere in strada un veicolo ben montato, o un pericoloso bolide alimentato male, col motore assemblato male, che va velocissimo ma rischia di fondere o esplodere al minimo errore del pilota.
E’ lo stesso per la Magia e per le pratiche spirituali.
Diciamolo in due ‘versioni’, una soft per gli scettici, e una a formula piena, papale papale (letteralmente):

- VERSIONE SOFT
Chi pratica rituali o di Magia Nera, o di Satanismo, o di qualsiasi Via che si rifà a forze “infere” in senso anche simbolico (ad esempio, il Voodooo), facilmente (non sempre) può andare a smuovere propri complessi psicologici, tendenze caotiche, o anche una semplice bassezza di mire. Per dirne una: l’esaudimento di desideri malposti o vili, che nella preghiera e nella Magia bianca sono soggetti a filtri di perfezionamento molto astuti. Invocare uno spirito per ottenere beni ingordi o di bassa lega, o il male di qualcun altro, o un legamento d’amore (tutte cose proibite in Magia Bianca), anche senza parlare dell’efficacia di tali pratiche, anche solo su un piano razionalista, si correla sempre a cattive disposizioni d’animo. Prova ne è la fragilità psichica che conduce ad affidarsi a certi stregoni di dubbia levatura, ed anche la fragilità con cui si riparte da loro.
- VERSIONE PIENA
Chi pratica rituali di Magia Nera, Satanismo o di qualsiasi Via che si rifà a forze “infere” (tipo Voodoo), spesso va a richiamare spiriti, forme-pensiero, non dico Satana in persona, ma anche umilmente la robaccia psichica di un gruppo, un egregoro di qualche sorta, attirandosi nevrosi, psicosi o problemi di varia natura.

Come disse Padre Nanni, un esorcista molto in gamba che ho avuto il piacere di incontrare tempo fa ad una conferenza, "fare affari col Diavolo è come fare affari con la Mafia."

Per cui, concludiamo dicendo che quando si parla di Satanismo, si parla di molte sfumature: nel migliore dei casi, si tratta di cose o già dette da altre dottrine (motivo per rifarsi ad essere, visto che sono più complete) o fraintese. Nei casi peggiori, si tratta di cose buttate su un piano che esula dal Satanismo “filosofico”, per andare sul piano del settarismo, della criminalità o dell’invasamento.

Io personalmente non sono Padre Amorth: se ti piace l’anello col Bafometto posso trovarlo figo anch’io; se cominci con le immolazioni di capre, più che altro per il bene della capra, ti consiglio di sorvolare....
Importante: sapere di cosa si sta parlando!

Vi suggerisco anche qualche cenno bibliografico in estrema sintesi:

Leggete per bene:
Igor Sibaldi;
i libri di Massimo Introvigne;
i classici 'oscuri' Anton La Vey e Alesteir Crowley, ovviamente (per sapere almeno cosa dicono);
J. Evola (specialmente a riguardo ad es. "Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo").
E naturalmente le Scritture sacre del Mondo, a patto di farlo con una buona esegesi.

Forza & Onore amici!
A presto

Antares Y

lunedì 14 ottobre 2013

DMC: Combattimento Dinamico Medievale

Sono fiero di presentarvi questo corso retto da me ed altri amici, come i Maestri Matteo Pratellesi, Chiara Carotti ed Alessandro Mattei. Siamo tutti eclettici, Pratellesi è maestro di Karate e Kobudo, come la nostra amica Carotti, mentre Mattei viene dalla tradizione del Nippon Kempo. Abbiamo pensato di creare questo corso in seno alle nostre attività marziali, per esprimere il parallelo e l'integrazione con le Arti occidentali, sempre più studiate ma ancora "di nicchia". Non si tratta di rievocazione storica, bensì di combattimento, cioè facciamo nostro tutto ciò che riscontriamo essere efficace e sensato con le armi occidentali (in base a testi classici come il Flos Duellatorum, il Trattato Vadi o il Talhoffer o molti altri libri d'epoca). Non ricerchiamo la filologia dei costumi o la ricostruzione d'epoca, ma proprio, appunto, l'Arte della Lotta Occidentale Medievale. Il corso ospiterà anche elementi di METRAMODIS, la mia meditazione guerriera di cui vi ho già parlato. Del resto mi è caro e propizio, partendo il 30 Ottobre, l'indomani del mio compleanno, e uno dei giorni del mio Angelo Paladino Yelahiyah. Segno del Fato? Almeno credo! Seguiranno altri articoli sulla nostra attività. Forza & Onore! Antares

domenica 28 luglio 2013

Le ragioni della forza: il valore psicomagico dell'Azione

La civilizzazione giunge facilmente ad un punto in cui demonizza la forza, reputandola antitetica alla Ragione e al Diritto. Questo accade perché il principio alla base della concezione civile/giuridica della vita è:
“Non si deve fare una cosa perché qualcuno la impone, ma perché astrattamente è corretta”.
Tradotto in soldoni, con un esempio pratico, una persona non è tenuta a girare armata per difendere la propria incolumità, ma sei tu che, per principio, non devi aggredirla.
E a volte, la smania di astrarre il diritto legalitario dalle cose, spinge persone teoricamente "pacifiste" ad aggredire smisuratamente chiunque possa rappresentare un esempio di pensiero forte o come suol dirsi reazionario.
In generale, il sociale odia e teme l'Individuo e la sua potenza autonoma.
Herbert Marcuse ebbe a notare questo fatto, in un passo di Eros e Civiltà:

più aumentano le istanze del Super-Io e del controllo sociale, più inevitabilmente aumenta la voglia di contrastare e punire l'Io e l'Es.
Come l'asceta maltratta il corpo e lo odia, pur dicendo di superarlo soltanto, così chiunque sia nonviolento e legalitario tenderà a bacchettare e odiare chiunque sappia anche solo vagamente di forza.
Lo si nota benissimo anche in molte persone umaniste e votate al sociale, che hanno sprazzi di odio verso alcune figure autoritarie o patriarcali, che spiazzano per cattiveria e sorprendente odio.

In azzurro: nota astrologica:
In un certo senso, l’individualismo e la forza sono sempre antitetici alle ragioni del collettivo e della giurisdizione, basta notare come in Astrologia, ad esempio, che è davvero “Scienza delle Dialettiche”, Leone e Ariete (due Segni molto individualisti) siano opposti rispettivamente ad Aquario e Bilancia, cioè ai Segni più collettivisti ed equilibrati. In generale, tutti i Segni molto forti e dominatori (oltre ai due sopracitati, anche Scorpione e Capricorno) si oppongono immancabilmente a valori più dolci, riflessivi e introspettivi: è quindi una regola cosmica che l'Individuo, la sua forza e "prepotenza", sia l'opposto della comoda coesistenza e del pacifismo. La natura stessa dell'Individuo è in qualche misura ribelle e indomita.

Ottenere una cosa con la forza, anche discorsivamente, suona come un non saperla ottenere altrimenti: se parli a nome della forza, c’è sempre qualcuno che ti contesta il “non saper usare altro”, come se la forza fosse il rifugio dei poveri di ingegno.

In realtà, se andiamo a vedere come la pensavano gli antichi, scopriamo delle sorprese interessanti:

1 - L’idea di “civiltà” e di “umanità” antica era un po’ diversa da quella attuale: ad esempio, per essere un gentiluomo anticamente, dovevi essere armigero e “violento” secondo i canoni moderni. L’uomo completo aveva sempre anche una formazione marziale: non tutti sanno che moltissimi grandi della Storia, anche insospettabili, erano duellatori e spadaccini dalla tenzone facile (Lincoln, ad esempio, conquistò la moglie duellando).

2 – C’è un aspetto simbolico e magico nella cosiddetta forza o violenza, e ne parleremo estesamente in seguito: esistono dei livelli della psiche che solo la “violenza” (badate alle virgolette) riesce ad esprimere.

3 – Esisteva eccome un “diritto” che escludeva a priori il banale primato della forza bruta: era il concetto di VALORE. Gli antichi non erano mica scemi: lo capivano che la giustizia non dipende dalla mera fisicità del contendente! Ovvio. Infatti per l’uomo tradizionale non è la vittoria tecnica, o la forza “meccanica” la cosa da dimostrare, bensì il valore del guerriero, che consta di varie sfumature: forza d’animo, generosità, stile, drittura, passione, onore, coraggio (anche nel combattere coerentemente contro avversari più forti) e così via.
Quindi non è che la civiltà giuridica abbia inventato l’idea di “andare oltre la forza bruta”: era già intrinseco al concetto Valore.
Anche quando si guardava all’esito di uno scontro, come nel ‘giudizio di Dio’ a duello, non era per via della legge del più abile o del più forte, ma era in un senso più fatalista e che comunque si rimetteva espressamente ad un verdetto divino. Parlerò in seguito anche delle varie regole e usanze del duello, e vedremo bene come il Cavaliere sia sempre stato distinto dal semplice bellimbusto rissoso. Quindi in nessuna cultura antica troviamo quel banalissimo concetto mal-darwinista che è la famigerata ‘legge del più forte’.

Ora: ho detto poco fa che esiste un aspetto simbolico nella cosiddetta “violenza”:
è una cosa che sfugge alla mentalità scarna di chi lotta contro le tradizioni ritenendole primitive, ma che vi spiegherò con un esempio:
supponiamo che un bambino subisca angherie e violenze da un tutore crudele;
un giorno arriva un poliziotto aitante, che prende il malvagio e, semplicemente, lo gonfia di botte e lo arresta.

Cos’è accaduto?

Beh, agli occhi del civilista, è accaduto un qualcosa di “purtroppevole”, ossia una persona è dovuta intervenire purtroppo in modo manesco, per necessità, quando sarebbe stato molto meglio spiegare che, con o senza forza, non è giusto maltrattare i bambini. Dal punto di vista civile-puro, è un fallimento filosofico. Perché è come quando le femministe dicono “non dovete insegnare alle donne a non provocare, ma dovete insegnare agli uomini a non stuprare” (o anche: “non dovete reprimere ma educare”).

Alejandro Jodorowsky, ideatore della Psicomagia
e genio eclettico 
 Invece, dal MIO punto di vista (e col mio punto di vista viene quello tradizionale) al bambino di cui sopra è accaduta una cosa meravigliosa: un principio guerriero bello (il poliziotto) ha pestato il cattivo.
L’anima del bambino questa cosa l’ha recepita perfettamente.
Gli rimarrà sempre.
Più chiaro di qualunque discorso, e catartico.
E’ come nella Psicomagia di Jodorowsky: parlare il linguaggio dell’inconscio consente di agire con esso.

E’ il Teatro della Vita: esistono delle azioni che palesemente mettono in scena dinamiche cosmiche.

Come la fuitina, che oltre ad essere un’usanza spiegabile socialmente (la verginità, la famiglia ecc.), è anche un mettere in scena qualcosa che ha rimandi mitici (proprio in Sicilia, Plutone rapì Proserpina, a Enna).

C’è sempre più che della semplice politica, nelle cose.

Questo bisogna capirlo bene.

Esistono 3 livelli di un’azione:

ENERGETICO/ARCHETIPICO
MENTALE
PRAGMATICO

Il livello pragmatico, nell’esempio, è: “Il poliziotto fattivamente ha ottenuto l’effetto sperato. Avoja a chiacchere, dice il romano: l’intervento, leggi o non leggi, ha ottenuto un risultato concreto.”

Il livello mentale sarebbe tutto il dibattito su cosa è diritto e cosa no, su cosa è violenza e cosa no, e su come trovare dei parametri astratti per la violenza sui minori – il che non solo è una piccola striscetta filosofica fra i due livelli a fianco, ma è anche altamente soggetto all’opinione e al dibattito culturale.
Infatti, filosoficamente e giuridicamente, può essere difficile stabilire alcune cose: ad esempio, la differenza fra un dodicenne guerriero fra i barbari del Nord pagano, e un bambino-soldato moderno. Per dirne una.
Non sto giustificando l’impiego di bambini soldato: sto dicendo che la parte mentale-filosofica di un problema è sempre la più farraginosa e la più opinabile: generalmente, tende a servire convinzioni già date.
Tant’è che le leggi delle varie civiltà sono spesso derivanti più da fedi e dogmi, giustificati e razionalizzati, che non da ragionamenti puri: infatti la sacralità di certe cose alla base della democrazia, per esempio, è indimostrabile.

E poi c’è il livello energetico-archetipico:
il livello archetipico sta per: “A prescindere dal dato tecnico dell’arresto del cattivo, c’è all’opera un simbolo. C’è una dinamica mitologica in corso, che soddisfa il cuore”.

La Forza ha questo potere: agisce contemporaneamente sul piano pragmatico e simbolico, e il mentale si adatta.

Un’idea ha forza e carisma quando tocca pragmatico e simbolico:
Il leader che parla alla massa è un simbolo, non solo una funzione sociale.
Il marine che bacia l’infermiera nella celebre foto, incarna la fine della II Guerra Mondiale più della politica.
E ci sta bene così.

La mania moderna di intellettualizzare le cose ha portato a sopravvalutare quella striscetta ammortizzante e burocratica che è il livello mentale di cui parlavamo sopra.
E poi ci fanno le leggi!
Così poi ti ritrovi una cricca di opinionisti che discutono delle quote rosa, e lo psicopatico libero che uccide la moglie: perché?
Perché voi state masturbando l’aspetto mentalista della questione, quando un samurai l’avrebbe risolta con un colpo netto di spada, seguito da un rapido scrollo di sangue e un rinfodero.
Senza complimenti.
Si chiama Iaido: l’arte Zen di sfoderare.

E’ esattamente quello che hanno sempre detto tutti i guerrieri spirituali della Storia:
il samurai che “svuota la mente e si centra in se stesso”….
(come dice Katsumoto ne L’Ultimo Samurai, “riconoscere la Vita in ogni vita che prendiamo, questo è Bushido”)
Il cavaliere che dedica la spada alla dama e a Dio (tradotto: all'amore passionale, e alle causalità superiori di cui è agente)…
Arjuna il guerriero indiano, che supera i propri dubbi sulla guerra accettando la parola di Krishna….
Il cacciatore pellerossa che considera la sua caccia tutt’uno col Grande Spirito….
e così via.

Ecco, se questa è “violenza”, allora sono decisamente un violento.

E in uno dei prossimi post, riprenderemo il discorso del duello e dell’onore, che ho trattato già altrove.
Forza & Onore, a presto amici!


sabato 13 luglio 2013

Tradizione è chiamare le cose col loro nome - in libertà

Quando si discute con qualcuno che attacca le tradizioni, spesso ci si sente accusare di voler imporre un punto di vista, o di far rientrare in uno stereotipo le persone. Come se una legge sacra (come un comandamento, o come le leggi del maschile e del femminile) fosse contraria alla varietà umana.

Ovviamente, non è vero. Gli archetipi non sono solo stereotipi.

Stereotipi? Non sembrano male!
Una cosa che non tutti hanno ben chiara quando si parla di Leggi Sacre, è che non si tratta di imposizioni, ma di leggi di fatto. Come quelle fisiche.
I Comandamenti biblici, per esempio, non sono all’imperativo: sono all’indicativo.
“Tu non hai altro Dio fuori da Dio” – ma non è che te lo impone: non lo hai, accorgitene: Dio è così grosso che non puoi mancarLo. E così via.

Idem per le regole sul maschile e sul femminile, che oggi sono protagoniste di dibattiti un po’ schizofrenici:
da un lato, la Scienza spiega continuamente cosa è geneticamente Yin e Yang (darwinismo, genetica ecc); dall’altro lato, i relativisti più caotici vorrebbero dimostrare che la varietà umana sopraffà le leggi, e che quindi sia relativo il sesso, il genere, e tutto.

Gli antichi erano più saggi e anche più aperti di mente:
non dicevano mica che tutti siamo uguali. Dicevano che alcune forze funzionano in un certo modo: liberissimi di avere poi quelle forze miscelate a modo vostro.

Anzi: proprio gli antichi hanno sempre detto e ribadito che si agisce in nome di un Daimon, di una Vocazione, spesso anche vediamo eroi irriverenti e “peccatori” (Cristo, Indra, Shiva, tutti gli eroi “scandalosi”), che agiscono col cuore e da individui.
Ma questo non contrasta affatto con le Leggi, è tutt’uno con esse.

E’ come per le analisi del sangue: il Ferro funziona, con l’Emogliobina, in un tale modo.
Puoi sicuramente averne poco o tanto, e alcuni organismi non hanno sangue.
Ma il Ferro è Ferro. E se vieni a dirmi che è Rame, ti dico “no.”
Idem per la Sessualità:
mi va bene dire che alcune donne sono Yang e alcuni uomini sono Yin, ma infatti sono atipici.

Le antiche e sagge regole dell’Astrologia, ad esempio (che è stata definita da Hillman una Psicologia “non normalizzante e non moralizzante”, giustamente), spiegano le dinamiche sessuali dell’Individuo parlando di ‘esilio’ e ‘caduta’, o ‘domicilio’ ed ‘esaltazione’: ossia, di posizioni in cui un certo Pianeta (un Dio ossia un Principio Psichico-Cosmico) è al suo minimo o al suo massimo. Per cui, un Mercurio in Pesci esiste, ma è un “anti-Mercurio”, cioè una posizione di Mercurio spuria, in cui le qualità di quel pianeta emergono poco, o quantomeno deformate.

Quindi le Leggi danno conto delle diversità umane, però sotto certe linee guida universali.
Per la mentalità dell’uomo antico, tutto si può fare, però le cose hanno un nome.
L’uomo non ha le ali: questo non vuol dire che non possa volare: presa nota di come funziona l’Aria, e di qualche nozione di Aerodinamica, inventa l’Aereo e vola. Questo però non vuol dire che le leggi di natura non esistano! Vuol dire che, in armonia con quelle leggi, lui sforzandosi riesce a volare artificialmente.

Oggi invece, il progressista nella sua ignoranza misero-eversiva (cioè eversiva senza poterselo permettere) va a dire che proprio le leggi non esistono: cioè, non si accontenta di dire “l’Ermafrodito è parte uomo e parte donna” (con buona pace sua!), ma vorrebbe strafare e dire “Non esistono uomo e donna: chiamiamoli A, B e C e quant’altro). Di qui i deliri come:



“Padre e Madre facciamoli Genitore A e Genitore B”
o “Il sesso e il genere sono due cose diverse” (sic!)
Perché non chiamare i due sessi Cip & Ciop? Forse temono di offendere la non trascurabile minoranza dei roditori bisessuali? Eh scusate, non ci avevo pensato!

Ecco perché i “comandamenti” delle tradizioni antiche sono più intelligenti e più liberali dell’ideologia progressista: perché sanno di cosa stanno parlando, e ti spiegano gli ingredienti della Realtà.
I binomi fondamentali.
Le leggi di sostanza.

Fermo restando che, in fondo, anche senza conoscere leggi e assiomi, basterebbe il senso della Bellezza e dell’Energia a scegliere certe espressioni vitali (come l’amore romantico), ma questo è un altro discorso.

Basti dire, in sintesi, che denigrare come “cliché” o stereotipi i ruoli classici è un bieco sminuirli, perché se io li chiamo “polarizzazione forte” suona in tutt’altro modo!
No, noi tradizionalisti non siamo per i cliché: siamo per l’Energia potente, contro l’entropia.
Senti come suona bene ora?

Capita spesso di parlare coi soliti “rivoluzionari” alla codicedavinci che tirano fuori qualche società o del passato o dell’attualità, che sembra sovvertire le regole occidentali: parli con una femminista, e ti tira fuori una sperduta tribù in cui l’eredità è matrilineare, oppure un certo imperatore che sposò una prostituta dimostrando scarsa gelosia d’onore patriarcale. Parli con un nudista, e ti cita popoli che vivono nudi.
Parli con l’alfiere del gay pride, e ti tira fuori i Greci.
A parte il fatto che per un esempio “sovversivo” ce ne sono cento che confermano la tradizione….
Ma se uno ha un minimo di cultura vera, sa che tutto il Mondo è paese:
grossomodo, a ben guardare, le Leggi che tutti conosciamo sono ovunque confermate.
Ad esempio:

- quel tale popolo sì, vive in nudità, ma infatti ha dei tabù compensativi clamorosi: come per esempio alcuni popoli in cui non c’è contatto fisico se non fra coniugi o parenti. Oppure, in alcuni popoli c’è una cintura simbolica che non copre niente ma segnala il pudore.

- I Greci sì, accettavano ampiamente la pederastia, e anche altri popoli, però non solo questo ha delle costanti precise (alcune culture sono “più gay” di altre, e questo ha delle ripercussioni evidenti nelle idee, nell’arte e nelle sorti) ma inoltre anche nella pederastia erano rispettate delle leggi. Tant’è che i Romani disprezzavano il passivo ma non consideravano “checca” l’attivo. Quindi ANCHE nell’apparente relativismo c’erano dei must.



- Presso la tale tribù l’eredità è materna e non paterna: e allora? Sola mater certa. Si vede cahe vogliono andare sul sicuro. Ma questo non significa niente sulle dinamiche fondamentali. Se pure in una certa tribù sembrano “comandare le donne”, evidentemente comanderanno a un livello ritenuto accettabile da ambo i sessi.

- Un certo re ha sposato una prostituta? Be’, fatti suoi. Io non lo conosco di persona: uno può mettersi vicino una donna per tanti motivi, magari lui era uno che amava sfoggiare la donna discussa al proprio fianco. Oppure era scambista. Oppure era poco aggressivo e non sentiva competizione con altri maschi (il potere politico non coincide col potere animale, è evidente). Oppure se la teneva vicino come alleata ma poi adorava un’altra moglie più mite. Oppure che ne so, magari ci soffriva e non lo dava a vedere! In ogni caso, non dimostra nessuna “sovversione”.

- Alcune regole moderne sono il frutto di una studiata “oppressione patriarcale”? Oddio…. Guardate, se c’è una cosa che la Storia dimostra, è che è difficilissimo opprimere a lungo alcunchì… voglio dire, è imbarazzante sostenere l’ipotesi che un’oppressione anti-spontanea e innaturale vada avanti da millenni. Dittature anche belle forti sono durate una ventina d’anni! Suvvia.

Ma i progressisti sono così: continuano a dire che i serpenti strisciano in seguito ad un bieco complotto degli uccelli, invidiosi della loro agilità.

Questo non turba minimamente ne’ serpenti ne’ uccelli, che continuano a fare come fanno per Natura.
Forza e Onore!
Antares